06 Ottobre 2024 - 8:56

Monza: il grande giorno della Scholarship!

Nel gran finale stagionale è attesa anche la nomination di miglior under 23 per il programma di coaching: nel pomeriggio Andrea Boldrini dichiarerà il giovane che parteciperà alle selezioni di Porsche Motorsport con i migliori talenti in erba delle altre Carrera Cup nazionali: "Oggi è molto difficile affermarsi qui, aver conquistato vittorie e podi con questi ragazzi è una soddisfazione"

Porsche Carrera Cup Italia

E’ la domenica del gran finale della Porsche Carrera Cup Italia a Monza, ma oltre ai vincitori dei titoli 2024, proprio dopo gara 2, alle 15.00 nella hospitality Porsche si terrà l’ormai tradizionale rito della nomination dello Schoalrship Programme.

Il responsabile del programma italiano di coaching Andrea Boldrini, sempre affiancato dall’altro coach dedicato, Andrea Ceccato, e dallo staff del monomarca tricolore guidato da Valentina Albanese dichiarerà il vincitore di quest’anno, ovvero l’under 23 che parteciperà alle selezioni di Porsche Motorsport con i migliori giovani talenti provenienti dalle altre Carrera Cup nazionali, con la possibilità di diventare pilota Junior.

Boldrini, che stagione è stata per lo Scholarship Programme? Anche quest’anno tanti ragazzi sono sembrati migliorare nel corso dei mesi…

“In effetti da inizio anno a oggi… qualcuno partiva già da un buon livello, però devo dire che poi altri ragazzi che erano un po’ indietro sono cresciuti tanto. Vedi Schuring, che ha vinto qui e anche in Germania, un ragazzo estremamente serio e bravo, anche fuori dall’auto. Uno che ci piace molto. Così come Stiak, che le prime gare era molto introverso e ora accenna dei sorrisi con noi. Ci fa piacere che si sia un po‘ sciolto, peccato solo che lui non sia tra i possibili eleggibili (il tedeschino di Target Competition è fin troppo giovane: per 9 giorni infatti non è rientrato nel limite minimo che prevede di aver compiuto 17 anni entro il 1° marzo 2007, ndr).”

Dovendo per forza di cose escludere Stiak, guardando esclusivamente a risultati, podi e classifica, fin qui sembrerebbe Braschi e Schuring i favoriti per la nomination di oggi pomeriggio…

“Siamo all’ultima gara. E’ chiaro che qualcuno è un po’ più indietro, anche come classifica, però perfino ieri tra qualifiche e gara un po’ di equilibri si sono rimescolati. Decideremo soltanto dopo gara 2.”

E’ stata un’annata anche piuttosto piena di vittorie e podi…

“Rispetto a qualche anno fa è più difficile vincere in Carrera Cup Italia. Il livello si è alzato e ci sono tanti piloti forti. Basta guardare i tempi delle qualifiche, è davvero tosta. Aver vinto più gare e aver fatto diversi podi è un gran risultato in un campionato così competitivo. Ne siamo estremamente soddisfatti. E questo non è avvenuto immediatamente, è segno che i ragazzi sono cresciuti. Ed è chiaro che tanto lavoro lo fanno loro stessi, con l’esperienza che vivono e il fatto che disputano tanti test e diversi campionati. Però ecco, voglio davvero pensare che una mano, un aiuto lo diamo anche noi.”

Com’è questo gruppo di ragazzi?

“Quest’anno è molto variegato. Hanno legato poco fino a prima della gara precedente a Vallelunga. Lì ho visto che tra di loro si scambiano idee, scherzano durante i briefing e gli allenamenti con i personal trainer… anche in questo sono migliorati. Erano partiti un po’ freddi l’uno con l’altro, ora invece sembra esserci un buono spirito di gruppo.”

Il tuo resta sempre un ruolo un po’… ingrato, vista la selezione che devi per forza effettuare a fine stagione.

“E’ sempre difficile. Sono ragazzi e hanno tante aspettative, tanti sogni. Ogni volta è un problema decidere, perché aldilà dell’oggettività ognuno di loro ha potenzialmente almeno una qualità per la quale potrebbe essere scelto e quindi se potessi li selezionerei tutti.”

Come hai visto i “più giovani dei giovani”, ad esempio Pujatti, che non ha ancora 17 anni, oppure Olivieri?

“Ho visto l’approccio giusto. Pujatti è cresciuto molto, ad esempio anche per quanto riguarda l’inglese. A inizio stagione non riusciva a mettere insieme una parola e ora in inglese fa i briefing. Siamo soddisfatti anche per questo, perché il messaggio che gli diamo fin dall’inizio è che valutiamo tutto. Olivieri invece è cresciuto molto come comunicazione, è passato dall’utilizzare termini anche molto semplici a quelli più tecnici ed è molto più analitico. Alla fine di briefing ne facciamo diversi durante un weekend e arrivare al sesto appuntamento con tutti che si confrontano l’uno con l’altro e ognuno ascolta è un momento di crescita ulteriore. E importante.”

Ormai è qualche anno che guidi lo Scholarship Programme: questi ragazzi poi ti hanno mai riscritto, parlato…?

“Alcuni sì, altri no. Qualcuno si perde, altri li rincontri nel paddock. Ieri ho incontrato Masters che andava in hospitality e abbiamo scambiato con piacere due parole. E quando vedo un pilota come lui che, non voglio dire sia uscito dallo Scholarship Programme, però credo siamo stati tanto d’aiuto per lui, che era arrivato qui senza esperienza due anni fa. Anche se poi lui ovviamente ci ha messo tanto del suo perché è comunque un talento. Vederlo in lotta per il campionato o fare risultati in Supercup è davvero bello. E quando lo vedo schierato in griglia lo considero ancora un mio pupillo. Anche se non lo è più ormai.”

E’ il pilota che più ti ha colpito in questi anni?

“Per come è arrivato, per l’approccio che ha avuto, anche per il carattere. Ricorderò sempre il suo esordio a Imola: mai vista la pista e mai guidato una Porsche, in prova pioveva, lui ha fatto due giri e poi ha atteso che asciugasse per lanciarsi. Chiunque altro sarebbe stato preso dalla foga di voler guidare l’auto. Aveva fatto solo un turno di libere… mi è piaciuto molto questo approccio.”

Invece chi ti dispiace non vedere più nei weekend di gara o che magari non ha proseguito la carriera?

“Giardelli che vinse lo Scholarship al termine di un anno incredibile (2021, ndr), vincendo gare e lottando fino alla fine per il titolo. Spiace perché comunque era un ragazzo in cui vedevo un bel potenziale.”

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